L'opinione del campione: Michele Fanton | MotocrossAddiction.com

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In attesa della ripresa del Mondiale Motocross, il nostro amico Matteo Portinaro ha intervistato Michele Fanton, il quale ha espresso la sua opinione sull’inizio di questa entusiamante stagione 2018.

Manca una settimana al GP del Trentino, valido per la quarta prova di questo infuocato mondiale che ad ogni appuntamento continua a regalare enormi scariche di adrenalina a tutti gli appassionati. Gli occhi di tutti saranno ovviamente puntati sul duello Cairoli – Herlings che sta monopolizzando la classe regina.

Il pilota di Patti si è impossessato della tabella rossa nel corso dell’ultima prova tenutasi sul tracciato di Redsand ed ha tutte le intenzioni di mantenerla. Arginare il giovane olandese compagno di team non sarà impresa facile, ma la spinta del pubblico di casa darà certamente a Tony quell’aiuto in più per ottenere un nuovo successo.

Abbiamo avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere con il primo pilota azzurro vincitore del gp d’Italia nella classe 250, il veneto Michele Fanton, che ci ha raccontato le emozioni di quella giornata per lui indimenticabile, facendo poi il punto della situazione sulla lotta interna nel team KTM, analizzando infine singolarmente i due contendenti al titolo iridato.

Michele Fanton Mondiale 1990 classe 250 Maggiora

Michele, quali sono i ricordi di quella tua prima vittoria nel mondiale della quarto di litro?

“Era il 1986, si correva al Ciglione della Malpensa. Fu una giornata indimenticabile, che rimembro sempre con molto piacere, anche perché fu un trionfo veramente inaspettato. Nella prova precedente, in Francia, nella frazione di chiusura ottenni un ottimo secondo posto, che mi diede molta sicurezza. Sapevo che avrei potuto battagliare per le posizioni di vertice perché il ritmo non mi mancava, ma non mi sarei mai immaginato di realizzare un’impresa simile, anche perché in gara c’erano campioni del calibro di Vimond, Rinaldi e Van Doorn. Dopo aver vinto la prima manche, nella seguente partii ancora davanti ma verso il finire della gara la fatica si fece sentire. Accusai il colpo, ma strinsi i denti e nonostante tutto riuscii a concludere terzo, vincendo così il Gp.”

Quanto può essere importante il supporto del tifo di casa per un pilota?

“Il contributo che offrono è davvero determinante per un pilota. Ti danno una marcia in più, perché riesci a percepire il loro calore, dandoti una forza che trovi solo in occasioni del genere. Grazie all’incoraggiamento che danno trovi delle energie che non pensavi nemmeno di avere. Nel 1986, sul finire della seconda manche, fu proprio il sostegno del pubblico a darmi quella carica per non demordere, nonostante fossi ormai in riserva di energie.”

Nell’ultimo periodo sono aumentati drasticamente il numero degli infortuni, tanto nel mondiale quanto nel supercross. Secondo te da cosa è dovuto?

“Il problema principale deriva dal fatto che ci sono dei mezzi che offrono la possibilità di andare ad alta velocità con grande sicurezza, permettendoti di compiere delle cose che un tempo erano impensabili. Il 4T ha una erogazione del motore molto più fluida rispetto al 2T, che era molto più aggressivo e scorbutico. In aggiunta c’è da sottolineare che il livello tra i primissimi sta continuando a crescere e tutti vogliono ovviamente primeggiare. Alcuni piloti però ogni tanto perdono la percezione del proprio limite e ciò li induce a commettere varie imprecisioni. Le recenti cadute ad andatura particolarmente sostenuta di Gajser e Seewer sono solo gli ultimi esempi di quanto si possa pagare a caro prezzo un errore.”

Michele Fanton Mondiale 1990 classe 250 Maggiora

Cairoli ed Herlings stanno dominando il campionato. Quanto hanno alzato l’asticella?

“La loro voglia di giungere sempre uno davanti all’altro sta spostando il livello sempre un gradino oltre. Maggiore è la difficoltà della pista, più loro dimostrano di essere di un altro livello. In Spagna il tracciato era veloce e non permetteva di fare molta selezione, così i distacchi sono stati più contenuti, mentre in Olanda la pista era molto tecnica e fisica ed è stato impressionante il distacco che hanno rifilato al terzo, che è un certo Gautier Paulin.”

Come ti è parso il Cairoli in questo inizio di mondiale?

“A mio avviso è nella sua migliore condizione psicofisica di sempre. E’ un pilota che sa gestirsi per tutto l’arco della stagione, sapendosi anche accontentare, come ha dimostrato in Olanda. In quel caso ha forzato l’andatura ad inizio manche, ma quando ha capito che Jeffrey ne aveva di più ha saputo amministrarsi senza rischiare oltre il necessario. A parti invertite credo che l’olandese avrebbe continuato a spingere al massimo, rischiando di cadere e di compromettere la gara.”

Il fattore psicologico potrà quindi essere l’unico vero limite di Herlings?

“Credo proprio di sì, come d’altronde lo è sempre stato in questi anni di carriera. Questo fattore a lungo andare potrebbe quindi avvantaggiare Cairoli. L’olandese dalla sua parte ha certamente l’anagrafe e una preparazione atletica incredibile: nonostante sia molto più fisico nel guidare la moto rispetto a Tony, a Valkenswaard ha corso due manche sempre al massimo, senza mai avere alcun cedimento, denotando una forma fisica straordinaria. E’ indubbio che sarà certamente un gran duello fino alla fine del campionato.”