Jeffrey Herlings ed Eli Tomac: due campioni a confronto

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Difficile spiegare il talento di un pilota, specie quando si tratta di campioni come Jeffrey Herlings ed Eli Tomac.

Abbiamo riassunto con i numeri la stagione 2018 e la loro carriera. Un articolo adatto agli amanti delle statistiche, che potrà servire per dare ancora di più una dimensione del talento che hanno avuto in dote.

Partiamo da Eli Tomac: l’annata dello statunitense è incominciata sotto una cattiva luce, a causa della brutta botta patita nel corso della prova inaugurale del Supercross, ad Anaheim 1. Già dal terzo Main Event, lo yankee ha dimostrato di essere tornato sui livelli a cui ci ha abituato. Sulle 17 tappe in calendario se n’è aggiudicate ben 8, cogliendo anche tre piazze d’onore ed un terzo posto. Nonostante questo ottimo score, non è riuscito ad andare oltre al terzo posto finale, distanziato di 38 lunghezze dal vincitore Jason Anderson.

Il 25 enne pilota della Kawasaki ha avuto l’occasione di rifarsi, vincendo con pieno merito il National 450, bissando il successo ottenuto nella stagione passata. Un campionato che fin dagli albori ha rimarcato la superiorità del campione in carica, vincitore delle prime 6 manche del challenge outdoor. Il francese Marvin Musquin è stato l’unico in grado di rendergli più difficile il cammino, insidiando Tomac fino all’ultima manche del campionato. Solo una battuta a vuoto da parte di Eli, nel corso della gara svolta a RedBud, ha dato la possibilità al transalpino di balzare davanti al rivale. Un primato durato poco, visto che dalla gara successiva, svolta a Spring Creek, tutto è tornato come ad inizio campionato. Infatti, Eli ha ricominciato a macinare vittorie e podi, creando un gap che Marvin non è più riuscito a ricucire. I numeri di Tomac testimoniano una volta di più la sua forza: 15 vittorie di manche su 24 disponibili, 9 nelle prime 12 e 6 consecutive, senza dimenticare le 8 prove conquistate su 12 in programma. Il tutto completato da 4 secondi e 2 terzi posti.

Eli Tomac 2018 MXoN RedBud

Eli Tomac 2018 MXoN RedBud

I dati complessivi che fino ad ora segnano la carriera del fenomeno d’oltreoceano sono di prim’ordine: 33 Main Event conquistati e 29 podi nel Supercross, mentre nel National ha all’attivo 29 successi e 54 prestazioni nella Top 3. Tutto ciò gli ha fruttato un titolo indoor, nel Campionato 250 Costa Ovest 2012 e due National 450, ottenuti in quest’ultimo biennio.

Passiamo a Jeffrey Herlings, assoluto mattatore del Mondiale MXGP. L’olandese, classe 1994, ha fatto man bassa di successi, vincendo il campionato con una prova d’anticipo, sul tracciato di casa di Assen. I numeri dell’asso della KTM sono da capogiro: 31 manche vinte su 40 disponibili, 17 GP all’attivo sulle 20 prove in calendario, oltre a 4 secondi e un terzo posto. Se si esclude l’assenza forzata ad Ottobiano, a causa della frattura della clavicola, Herlings in tutte le manche a cui ha preso parte non è mai andato fuori dalla zona podio. Questo dato basterebbe da solo a spiegare la supremazia messa in mostra per tutto l’arco del campionato, ma c’è di più. Dal suo rientro, effettuato nella prima delle due tappe indonesiane, Jeffrey ha portato a casa 17 manche su 18 a disposizione, vincendo 9 prove consecutive, ovvero tutte quelle della seconda parte di stagione. Un rullo compressore, una forza della natura che nemmeno l’esperto Antonio Cairoli è riuscito a placare.

Lo score generale della carriera dell’olandese recita, fino a questo momento, delle cifre che sono già da consegnare alla storia del motocross: 4 Mondiali vinti (3 dei quali in MX2), 84 GP all’attivo e 120 podi. Se si considera la giovane età di Herlings, è possibile che in futuro i record di Everts e Cairoli potrebbero vacillare sempre più.

Jeffrey Herlings 2018 MXGP of Italy Imola

Jeffrey Herlings 2018 MXGP of Italy Imola

Il Motocross delle Nazioni doveva essere lo scontro diretto tra i fenomeni dei due continenti. Un corpo a corpo che però non ha mai preso forma, data la performance incolore da parte del campione National 450. Herlings, da par sua, già dal sabato ha fatto intendere di essere arrivato negli Usa per ribadire ai padroni di casa che la scuola europea ha ormai scavalcato quella americana, e le prestazioni offerte nell’arco di tutto il weekend ne sono state una chiara dimostrazione. Con una vittoria ed un secondo posto di manche, Jeffrey ha portato a casa il successo generale nella MXGP, sugellando nel migliore dei modi l’annata. Discorso inverso per Tomac, che non si è mai inserito nel discorso per le posizioni di vertice, concludendo quarto assoluto nella categoria, per via di un quarto e di un settimo posto di manche.

Dopo solo sette giorni, l’alfiere della Kawasaki si è riscattato, cogliendo il successo nella Monster Energy Cup, dove è tornato ad essere il pilota veloce e determinato che tutti gli appassionati conoscono. Le tre affermazioni colte nella serata di Las Vegas cancellano però solo in parte la delusione per non essere riuscito a sconfiggere il rivale europeo nel corso della gara di RedBud.

In ultima analisi si può affermare senza alcun dubbio che sono stati loro i grandi protagonisti del 2018. Anche se tra i due la lode non può che andare a Jeffrey Herlings, impeccabile dall’inizio alla fine. Vedremo se la stagione che verrà saprà ribaltare o meno la situazione palesatasi quest’anno.

Articolo by Matteo Portinaro

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